07 MARZO 2021
A cura di Dott.ssa Sara Boem
Palestra. Gioco a squadre che richiede una certa abilità e manualità nel lanciare gli oggetti in aria e riprenderli al volo. Gioco molto coinvolgente che piace a tutti i bambini della classe.
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Problema: è così bello, così accattivante, che C., bambino di dieci anni, non riesce a stare fermo, è impaziente e agitato, il cure batte a mille e parla velocissimo!
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Non vede l’ora di fare questa cosa nuova e bellissima: ma è tutto focalizzato sul gioco che perde di vista il gruppo con cui dovrebbe collaborare. Cerca di coordinare i compagni per fare in modo di avere lui l’oggetto che desidera, non rispetta i turni, arriva a strappare di mano l’oggetto al compagno di squadra.
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I compagni si arrabbiano, lui si indispettisce e corre via.
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Ma come? Era un’attività tanto bella… che cosa è successo?
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…è successo che non si tratta di una condizione che compare “a comando”: quando un bambino ha difficoltà o disturbi nel controllo degli impulsi (sia motori che verbali ma anche a livello di pensiero) e fatica a mantenere la concentrazione, NON SCEGLIE QUANDO CONTROLLARSI, nonostante l’attività proposta gli piaccia moltissimo e vorrebbe giocare.
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Le emozioni lo hanno travolto, non è riuscito a trovare una modalità per affrontare la situazione e ha preferito allontanarsi.
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Vi rassicuro con un #lietoFine:
ho raggiunto C. in classe, dove era andato a rifugiarsi, abbiamo riflettuto insieme, #parlando, di che cosa era successo, come si era sentito lui e come si potevano essere sentiti i compagni del suo gruppo.
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Chiarita la situazione anche a se stesso, abbiamo considerato delle #strategie nel caso in cui si fosse trovato di nuovo in quella situazione. Mi ha risposto che poteva: respirare profondamente, calmarsi, venire a chiamare me.
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È riuscito a rientrare in palestra e a partecipare all’attività, che è stata ripetuta anche nella lezione successiva: C. è riuscito a mantenere la calma, a rispettare il proprio turno, a partecipare in modo costruttivo.
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